lunedì 8 settembre 2008

Extermination Party 001- Domenica 07 Settembre 2008





Guidato dai soliti biechi intenti, ma anche dalla volontà di visitare la mitica e centeraria "Fera d'la Madona" delSantuario di Vicoforte, guido un gruppo di amici nella mia personale valle dell'Ailanto, certo di riuscire a combinare qualcosa.Facciamo la checklist al mattinoBorsa frigo per il pranzo: presaMacchina foto per documentare: presaScatola degli attrezzi: presaScatola delle punte del trapano: presaMoglie: anchePartiamo, tutti allegri e ignari del destino lavorativo che attende.Il tempo di arrivare, fare colazione, un po' di spesa per completare il solito luculliano pranzo e facciamo fuori una bottiglia di dolcetto in tre, completando con un po' di marsala per buttare giù i dolci. Finito il pranzo, vuoi non fare sfogare i figli degli amici con un po' di sterminio? Guarda caso avevo comprato una scatoladi guanti di lattice proprio il giorno prima... Armiamoci: stivali e bastoni per i ragazzi, zappa, sega e falcetto da potatura per me, guanti per tutti e si comincia facendofuori le piante più piccole, facendo attenzione a strappare bene le radici.Il piccolo, 4 anni ce la mette tutta con il suo bastoncino a buttare giù le "piante cattive": ho ufficialmente creato un mostro,Il più grande, 11 è determinato e scientifico, una volta che lo fornisco di guanti più robusti non lascia nel terreno una radice che sia una, risalendo finché trova la punta e tutte le terminazioni.Finiti i piccoli, attacchiamo una pianta che avrà due anni, diametro del tronco circa 7 centimetri: lo taglio lasciando un ceppo alto almeno un metro e venti: so già che mi servirà un bell'appoggio per fare leva e scalzare le radici, ma quello che mi appare una volta che ci lavoro un po' intorno è anche peggio del previsto.Inizio a scavare e trovo la radice principale, che punta verso valle: è circa il triplo del tronco esterno, ma la vera sorpresaè l'apparato radicale nel suo insieme, per poterlo togliere per bene dobbiamo sbancare circa due/tre metri quadri di superfice,e temo che nonostante questo sia rimasto ancora qualcosa.Finisco l'opera, sudato come un caprone in calore, trapanando con la fresa da 22 il ceppo dell'albero "primigenio", tagliato anni fa da mio padre, il quale tapino non sapeva che meglio avrebbe fatto a finire il lavoro... è da questo ceppo infatti che ho tagliato ancora due getti alti ormai una quindicina di metri. Trapano, riempio di sale e spero, mentre carico la carriola con il risultato della giornata, le radici vengono appoggiate sul cemento, esposte alle intemperie, perché è meglio essere prudenti!





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